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L'economia del "Fatto Quotidiano". Il blog di Stefano Feltri

Così la stampa straniera l’aspetta al varco (i cinesi no)

 

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Il G8 dell’Aquila che comincia l’8 luglio non sarà solo il primo di Barack Obama, sarà soprattutto il G8 di Silvio Berlusconi. L’ultimo, temono alcuni corrispondenti stranieri. Da giorni a Palazzo Chigi si discute di come sfruttare l’occasione per riabilitare l’immagine del Paese e di come evitare che le feste a Palazzo Grazioli, Noemi e le escort pregiudichino il successo politico. «Ma siamo proprio sicuri che Berulsconi arriverà al G8?», si chiede Miguel Mora, corrispondente da Roma del Paìs. Dalla sua redazione a Madrid sperano che Berlusconi resista. Quando il giornale ha pubblicato sul sito Web le foto sequestrate di villa Certosa, quelle di Antonio Zappadu, c’è stato il record di visite: 700mila italiani, 4,5 milioni in totale e – per la prima volta – più stranieri che spagnoli. La logistica (alloggi dei giornalisti stranieri a Chieti, necessità di coprire sia L’Aquila che Roma) è ancora da definire: ma dovrebbero aggiungersi a Mora anche il cronista diplomatico, quello che segue il premier José Luis Zapatero, il corrispondente da Bruxelles che arriverà al seguito del presidente della Commissione, José Barroso. Mora, quindi, sarà più libero di seguire Berlusconi, che è la vera attrazione. Se potesse fargli una domanda? «Ormai le domande sono inutili, lui non può più dire la verità, che però sta comunque uscendo», dice Mora.

Spiega Philip Ridet, corrispondente del Monde, che sarà quasi impossibile rivolgersi direttamente al presidente del Consiglio: «Ho già seguito due G8, gli spazi per le domande sono pochissimi».Le Monde schiererà quattro giornalisti, quello che segue Sarkozy (Arnauld Leparmentier), la corrispondente dagli Stati Uniti che viaggerà con Obama (Corine Lesnes) e la specialista di relazioni diplomatiche Natalie Nougayrède. Oltre allo stesso Ridet. Dice il corrispondente: «I lettori del sito Web hanno seguito e commentato la storia del divorzio e di Noemi, ma sono un pubblico molto diverso da quello più conservatore che compra il giornale». Per questo Ridet sta scrivendo un’analisi per la prossima settimana che affronta la questione da un punto di vista più adatto allo stile del Monde:«La vera questione è quella dell’immagine all’estero, è questo che mi interessa analizzare, non raccontare il feuilleton».

Eric Joséf, invece, sarà da solo. Lo storico corrispondente di Libération dovrà raccontare il vertice con un’attenzione particolare alla parte organizzativa, alle eventuali proteste e a quello che fa la delegazione francese. «Mi sono reso conto durante la visita di Gheddafi che il clima si è irrigidito. Le domande sono molto filtrate e mai più di due, io avrei voluto approfittare dell’occasione per chiedere qualcosa su Ustica ma non è stato possibile». Dalla redazione del quotidiano che fu di Jean-Paul Sartre sperano però che emerga anche qualcosa legato al coté veline ed escort: l’ultima volta che Josef ha proposto un trafiletto sull’argomento è stato trasformato in un pezzo di apertura.
Poi c’è la stampa inglese. Ci saranno almeno 40 persone che arriveranno da Londra per coprire il vertice. Il Times si affiderà soprattutto all’esperto Richard Owen, che ha scritto tutti i pezzi sul caso Noemi (ma lui ci tiene a precisare che non gli si possono attribuire gli editoriali non firmati, come quello famoso sulla maschera del clown che cade). Poi c’è John Hooper, che scrive per Guardian ed Economist: quale sia il clima con cui il settimanale più influente del mondo si sta preparando al vertice lo indica un editoriale sul numero in edicola oggi: “Un conquistatore, non un utilizzatore finale”.

Su Roma e L’Aquila caleranno però centinaia di giornalisti e non tutti seguono in maniera così attenta la politica italiana. È stato notato che perfino il China Daily, quotidiano in lingua inglese, riporta nel sito articoli su Patrizia D’Addario, ma si tratta di lanci di agenzie internazionali copiati e incollati. Chi scrive per il pubblico cinese sembra avere altre priorità. Spiega al Riformista Aiguo Yang, uno dei due corrispondenti da Roma dell’agenzia Nuova Cina, che del vertice a lui interessa «soprattutto la parte finanziaria. I lettori cinesi hanno seguito un po’ le vicende personali di Berlusconi, ma lascio queste vicende al nostro desk che si occupa di società».

29/06/2009 Posted by | Articoli | , , , , , , , , , , | Lascia un commento